
Le 4 C del diamante
15.05.2017
I quattro fattori che determinano il valore del diamante sono « LE QUATTRO C », dalle iniziali dei quattro termini in inglese ossia: Color (Colore) Clarity (Purezza) Cut (Taglio) Carat (Caratura, Cioè Peso)
I parametri di classificazione dei diamanti, riconosciuti dalla business society di tutto il mondo sono le cosiddette 4 C. Ovvero:
Carat (Peso) Il peso dei diamanti è espresso in carati (1 carato = 0,20 grammi). Il carato si suddivide a sua volta in centesimi denominati "punti".
Clarity (Purezza)
Il diamante spesso presenta delle interruzioni che possono dipendere da inclusioni cristalline, cavità, fessure, piani di geminazione, righe di struttura, sfaldature e tensioni interne. Si considerano diamanti puri quei diamanti tagliati che, osservati con una lente a 10 ingrandimenti, non presentano alcuna inclusione. In Germania e in Italia con il termine purezza si intende la perfezione interna, mentre negli USA ed in Scandinavia si tengono in considerazione anche le caratteristiche esterne. In Europa e Stati Uniti la purezza di un diamante viene misurata adottando la seguente scala (denominata GIA):
IF o LC (internally flawless o loup clean) = puro alla lente, esente da caratteristiche interne a 10x
VVS 1 - VVS 2 (very very small) = inclusioni estremamente difficili da rilevare con una lente a 10x
VS1 - VS2 (very small) = lievissime inclusioni difficili da rilevare con una lente a 10x
SI1 - SI2 (small inclusions) = piccole inclusioni facili da rilevare con una lente a 10x
P1 (I1) (I Piquè) = inclusioni visibili immediatamente con una lente a 10x e difficili da rilevare ad occhio nudo attraverso la corona
P2 (I2) (II Piquè) = inclusioni grandi e numerose, facilmente visibili a occhio nudo attraverso la corona.
P3 (I3) (III Piquè) = inclusioni grandi e numerose, molto facilmente visibili a occhio nudo attraverso la corona. Riduzione sensibile della brillantezza del diamante.
Colour (Colore) Il Nord America è stato pioniere nella definizione dei colori dei diamanti, probabilmente a causa dell'elevata quota di importazione di diamanti per ornamento, pari a oltre il 50% della produzione mondiale. Nella serie da incolore a giallo i gradi di colore sono definiti anche in riferimento ai luoghi delle miniere di provenienza, come "river" se si trattava di dei giacimenti alluvionali , o "pipes" per il colore dei diamanti provenienti dai camini.
A queste definizioni sono state poi aggiunte definizioni univoche del colore della gemma:
RIVER = bianco-azzurro
TOP WESSELTON = bianco ottimo
WESSELTON = bianco
TOP CRYSTAL = bianco lievemente tinto
CRYSTAL = bianco tinto
TOP CAPE = lievemente giallognolo
CAPE = giallognolo
LIGHT YELLOW = giallo chiaro
YELLOW = giallo
È doveroso un approfondimento sulla natura delle sostanze coloranti del diamante, o meglio s come si genera il colore, su cui sono state avanzate diverse ipotesi scientifiche. Si ritiene che le varie colorazioni siano date dalla presenza di atomi di ferro, titanio, samario e cromo. In alcuni diamanti naturali colorati analizzati in laboratorio con spettrografi di alta sensibilità è stata riscontrata la presenza di circa 14 elementi differenti. A livello teorico il colore è da considerare un grave difetto con una notevole penalizzazione del valore della pietra ma quando l'intensità del colore è forte e marcata, la si inserisce nella classificazione dei cosiddetti diamanti 'fancies', ricercatissimi e, di conseguenza, di alto valore.
Cut (Taglio)
Il taglio più utilizzato è quello rotondo "brillante" o Amsterdam: 58 faccette, o meglio 57+1, considerando 1 la levigatura della punta del cono inferiore, denominato Culet. Questo taglio è quello che meglio fa risaltare fenomeni della rifrazione e riflessione della luce nel diamante ed è quindi il più apprezzato ed accettato. La forma e la perfezione del taglio assumono un'importanza assoluta nelladeterminazione del valore di una gemma. Esistono precise proporzioni fra le dimensioni delle varie componenti (tavola, corona, padiglione, cintura) che devono essere rispettate per ottenere il massimo risultato. La classificazione del taglio ha quattro parametri:
VERY GOOD: taglio ottimo, senza alcuna deroga alle tolleranze prescritte
GOOD: buono, con lievi deviazioni alle tolleranze prescritte(inferiori al 5%)
MEDIUM: medio, con notevoli deviazioni alle tolleranze prescritte (inferiori al 10%)
POOR: scarso, con gravi deviazioni alle tolleranze prescritte (superiori al 10%).
Se un diamante presenta un taglio ideale, i raggi luminosi provenienti da tutte le direzioni vengono deviati verso il centro della pietra e riflessi attraverso la parte superiore con uno sfavillio di luce. Se un diamante non presenta il taglio ideale, la luce andrà a "perdersi" lateralmente (taglio troppo alto) o sul fondo della pietra (taglio troppo basso).